La Festa del Marrone 2002
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Da la "Gazzetta di Parma" del 21 ottobre 2002.
«Assalto» a Campora - Oltre 25 quintali di castagne divorati dai visitatori
CAMPORA - Nella grande conca di Campora di Neviano, ai piedi del Monte Fuso e a 600 metri di quota, nel piazzale della piscina, si è svolta ieri pomeriggio, la 27ª «Festa del marrone». E' stato un vero e proprio assalto. Dalle quattro alle cinquemila persone (mai tante come quest'anno, complice anche la splendida giornata e la temperatura mite) si sono trovate come immersi in caleidoscopio di colori autunnali. Il sole splendente e il cielo terso.
Oltre 25 quintali di marroni sono stati polverizzati sotto gli occhi meravigliati, e contenti insieme, degli organizzatori e dei volontari della Pro loco che hanno allestite e gestite le molte bancarelle ricavate da grossi tronchi di vecchi castagni. E queste, disposte in semicerchio, offrivano subito, ai turisti arrivati da ogni luogo, (un pullman anche da Padova) i marroni crudi «da asporto» in varie confezioni con il doppio marchio: quello Doc e quello dell'Oasi biologica di cui, da tre anni, si fregia il comune di Neviano.
Venivano poi le bruciate preparate all'istante nel cilindro forato e girevole sulle braci ottenute da legno di quercia; poi vino, bibite e vin brulé che veniva spinato da botti-barilotti in doghe di rovere. L'elegante esposizione continuava poi ad esibire eleganti confezioni di marrons glacé e marrons flambée; torte nostrane e di castagne, pattona o castagnaccio di cui i bambini, (ma su su fino ai nonni), andavano molto ghiotti. Intanto nel grande piazzale, un complesso di ottoni rallegrava l'atmosfera con la musica.
Per chi lo desiderava era possibile visitare un vicinissimo essiccatoio dell'inizio secolo scorso, ma ancora perfettamente funzionante e anzi fumante attraverso il tetto coperto di piane. La millenaria pieve matildica se ne stava là, poco distante, sulla sua Rupe. Sembrava osservare, in silenzio e stupita, quel formicaio di gente che dal centro di Campora, sia a piedi, sia in bus navetta, offerto dal comune, si recava alla Festa del Marrone, che è ormai prossima al suo trentennale. Impeccabile è stato il servizio di vigilanza prestato dalla Polizia municipale, che ha avuto il sua daffare per l'intera giornata, ma soprattutto nel pomeriggio, a dirigere il traffico. Perché gli ampi e appositi parcheggi erano tutti al completo.
E anche quest'anno è stata un'edizione da ricordare ..... cosa dire di più? Noi della Loco Campora non possiamo fare altro che RINGRAZIARE (oltre al Padre Eterno che ci ha mandato un tempo splendido...) tutti coloro che hanno collaborato: quelli che ci sono sempre, quelli che ci sono solo in questa occasione (e ci tengono ad esserci), le donne del paese, il parroco, i parcheggiatori, le forze dell'ordine, quelle sanitarie, chi sta in cucina, quelli del bar, chi ha fritto tutto il pomeriggio, chi ha lavorato fin da 2 mesi prima e chi il lunedì successivo, gli amici camperisti, quelli del convegno, tutti gli sponsor. Ancora tante grazie e arrivederci ad Ottobre 2003!
Il marrone un tempo era il pane dei poveri, oggi a questo frutto autunnale dedichiamo un’intera giornata di festa. Un’altra ragione per spingersi sino a Campora è il paesaggio. Il paese e i suoi dintorni sono ancora oggi ricchissimi di boschi di castagno. Pochi paesi possono vantare la stessa diffusione. Qui c’è l’habitat ideale, ad un’altitudine di 600 metri, ai piedi del Monte Fuso.
Di una sorta di «civiltà del castagno» si trova traccia negli edifici una volta usati come essiccatoi. Durante la festa si può visitare proprio uno di questi antichi essiccatoi e lo si può vedere persino in funzione. Si tratta di una casetta a due piani. Dopo aver raccolte e separate dai ricci, le castagne venivano stivate al piano superiore, mentre al piano terra si preparava la brace che, mantenuta senza fiamma per circa 40/45 giorni, essiccava, a puntino, i frutti autunnali.
Campora conserva e ripropone domenica ricette di antica tradizione in particolare i dolci più prelibati. Ma vale la pena scorrere il menù: bruciate, marron flambé, dolci bruciate (ricoperti di cioccolato fondente), pattone (castagnaccio), pane di castagna, frittelle di castagne, crêpes in pasta di marroni con marmellate alla frutta, nutella budino di marroni, polenta di marroni. Il tutto annaffiato da vin brûlé, che sgorga bollente da panciute botti fatte con legno di castagno.
Il profumo della castagna si fa sentire sino al centro del paese, da dove parte una navetta che porta gratuitamente sino alla festa, allestita nel piazzale della piscina. E da lassù il paesaggio è magnifico: un colpo d’occhio mozzafiato sulla Pieve Matildica di Sasso e sulla Val Parmossa.
Se il tempo fa i capricci, ci si trasferisce tutti (tavoli e buongustai) al sicuro sotto i tendoni. E poi musica e danze, magari scatenandosi con il “Ballo del Marrone”.
Dopo quello dell'edizione 2001, in contemporanea con la festa si è svolto il convegno:
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