il traguardo e viene incoronata con un serto festoso. Per tre volte il piede, inciampando, l'ammonisce di ritrarsi. • La cornacchia: La cornacchia racconta di quando Minerva rinchiuse Erictonio, in una cesta di vimini dell’attica, che affidò a tre vergini con l’ordine di non aprire la cesta, quando una di esse lo fa la cornacchia riferisce subito l’accaduto a Minerva, la quale, la degrada, facendole perdere i suoi favori. E già alla soglia della camera, è giunta, apre la porta, viene introdotta; e a lei tremano, le gambe, mancano le ginocchia, dal volto vita. • Coronide di Larissa: era definita la più bella in tutta l’Emonia e Apollo si innamorò di lei, finché il corvo non riferì al dio che aveva “visto Coronide giacere con un giovane dell’Emonia” a questa notizia il dio infuriato la trafisse con una delle sue frecce, pentendosi subito dopo alla notizia che gli dà la donna, cioè quella di essere incinta. Lacrime che le rendono onore: la mirra, che stilla dal tronco. d'unirsi al poeta, ma altrettante piansero d'essere respinte. Sedotta dalla bellezza di Adone, delle spiagge di Citera. Adone nasce da Mirra. D'oro splendevano le corna, e monili di gemme. Cìnira, credendo che ciò sia dovuto a verginale pudore. • La seconda presenta un capovolgimento delle parti: è la donna che si innamora di un uomo. Ma non pare che il rispetto, condanni questa unione. non ti lamenterai d'essere stata vinta da un mio pari. si sarebbe potuto annoverare fra le persone felici. vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice! oseresti, vergine empia, sperare forse di più? della nutrice, che sorvegliava la soglia della sua pupilla. Il Sole scopre l’adulterio e lo rivela subito a Vulcano. Nei primi dieci libri i miti vengono raccontati senza rispettare un preciso ordine cronologico, molte volte Ovidio utilizza i suoi personaggi per raccontare miti che sono antecedenti al periodo in cui vivono i protagonisti. da Febo, se l'avverso destino gli avesse permesso di farlo. E ora a lungo le parla per scacciare, se può, quella scellerata. l'abete senza nodi, il leccio appesantito dalle ghiande. Questi riconosce Achemenide compagno di Odisseo nel ritorno d Troia, fu abbandonato in Sicilia mentre gli altri compagni fuggivano velocemente da Polifemo. A seguito delle insistenze e delle preghiere della balia, Mirra rivela il suo amore straziante per il padre. dicendo fra sé: "Dove mi porta l'indole? Durante il tragitto che avrebbe condotto entrambi fuori dall’Ade, Orfeo non avrebbe mai dovuto voltarsi per guardare Euridice. e lei 'padre', perché all'incesto nulla mancasse, nemmeno i nomi. Ebbero diversi figli. Teseo sposa poi Fedra la quale si innamora del figliastro. e sgomento, si accascia supplice ai piedi della fanciulla. Ippòmene ti procurerà fama grande e imperitura'. che una folla è quella che accetta di affrontare il patto per averla. Nel punto in cui cadde il sangue di Adone spuntarono degli anemoni. accettò d'essere solo quello in grado di reggere i suoi fulmini. Ma quando lei, sciogliendo la veste, mostrò il suo corpo splendido. Allora il re chiese a Bacco di poter tornare com’era prima e dopo aver seguito le istruzioni di Bacco di percorrere all’indietro un fiume fino alla fonte se ne liberò, lavando il corpo e la colpa. Un giorno, infatti, cacciando, Adone fu ferito mortalmente da un cinghiale. • Achemenide e Macareo: Enea giunge a Gaeta dove incontra Macareo, compagno di Odisseo durante il ritorno da Troia. appesi al collo tornito, gli scendevano lungo il petto. La nutrice, dopo aver giurato di aiutarla, propone a Mirra di sostituirsi nel letto alla madre Cencreide. Mentre Ippòmene tra sé. Giunone “la consorte del gran Tonante aveva capito da un pezzo, ma aveva rinviato la punizione”; però prima che Giunone potesse accorgersene Callisto partorisce un figlio: Arcade. Ovidio. Così i due amanti, colti in flagrante durante il loro incontro furtivo, vengono intrappolati nella rete. E invita anche te, Adone, a temerli, sperando che possa, giovarti l'ammonimento: "Sii prode con gli animali che fuggono!". dice, e al suo collo esangue adatta il cappio. Via, via, sogni proibiti! E venne il giorno della festa di Venere, festa in tutta Cipro, grandissima: già giovenche con le curve corna fasciate d'oro. Matrimonio crudele è il mio. non sapendo che cosa sia, ama e non si rende conto d'amare. Lui in quel letto immondo accoglie la carne della sua carne. l'innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell'Averno; cercò, sì, tendendo le braccia, d'afferrarlo ed essere afferrata. L'eco dell'impresa la rese tanto celebre che il padre infine la riconobbe. Invece, secondo Virgilio che lo rappresenta al termine delle Georgiche, Orfeo pianse per ben sette lunghi mesi, continuando a suonare la sua lira tristemente. Decise, a quel punto, di trasformare il bel ragazzo in un fiore dall'intenso colore, quello stesso del sangue che Giacinto aveva versato dalla ferita. degli uccelli concepisce da chi l'ha concepita. e ancor oggi l'onora: ogni anno tornano le feste di Giacinto. Se anche lo volessi, la realtà lo vieta, perché lui è pio. perché la loro fronte era guastata da due corna. Gli dei ascoltano la sua preghiera e Mirra, piangente, viene trasformata in un albero che stilla gocce di pianto profumato dalla corteccia. Pigmalione e la statua dipinto da Jean-Leon Gerome, La dea assiste alle nozze che ha reso possibili. Decise, così, di riprendersi a tutti i costi la sua amata. Ma chiedi ad Amatunte, città ricca di metalli, se sia lieta. CINIRA E MIRRA Cinira (Cinyra) è un cipriota nativo di Pafo e «se fosse rimasto senza prole, si sarebbe potuto annoverare fra le persone felici». • Re Mida: Re Mida era un grandissimo seguace di Bacco ed esso per ricompensarlo gli disse di esprimere un desiderio, il re chiese di avere il dono di trasformare in oro tutto quello che tocca ma dopo l’iniziale gioia si ritrovò a non poter né bere e mangiare poiché tutto si trasformava in oro. Poseidone, per vendicarsi, inviò in quelle terre un terribile mostro che devastava ogni cosa. • Ercole e Nesso: Ercole, che stava tornando alla sua dimora con Deianira si imbatte in un fiume in piena finché Nesso, disse che lui avrebbe portò la fanciulla dall’altro lato del fiume ed Ercole che aveva capacità fisiche migliori della donna avrebbe potuto nuotare, dopo aver attraversato il fiume si accorse che Nesso stava scappando con Deianira allora tirò una freccia uccidendolo. Nell'uso comune, si definisce "pigmalione" chi assume il ruolo di maestro nei confronti di una persona rozza e incolta, plasmandone la personalità, sviluppandone le doti naturali e affinandone i modi. Mirra e Cinira. Tra le ombre appena giunte si trovava. e trasforma le loro grandi membra in quelle di truci giovenchi. Poema in esametri in 15 libri (12.000 versi). del giavellotto: come lo vide morente per l'aspra ferita, decise di lasciarsi morire. Mentre baciava sua madre, Cupido le scalfì senza volere. Giova anche notare che, dall'antichità classsica, ai giorni nostri i massimi artisti si sono cimentati, con dipinti e sculture, nel raccontare e farci godere con grande intensità i racconti della mitologia tramandatici da Ovidio. E mentre l'ammira, s'infiamma di passione, si augura che nessuno sia più veloce di lei, e teme per invidia. E qui, senza volere, Ciparisso lo trafisse con la punta. E lui, giovane dell'Aonia, per quanto stupito di vederla, filare come una freccia degli Sciti, ancor più ne ammira. Corri! le fragili avellane, il frassino che serve per le lance. Non hai timore delle Furie con le chiome nere di serpenti, che appaiono a chi è in colpa e con torce crudeli si avventano. Quando Giove creò le … Mandò un gemito il nume e sconsolato disse: "Da me sarai pianto. erano in giusto rapporto fra loro, diede inizio a questo canto: "Madre Musa, da Giove (tutto alla sua potestà s'inchina), fai iniziare il mio canto! deviò dal tracciato e raccolse la sfera d'oro in corsa. Miscelo allora invoca Ercole il quale fa cambiare il colore dei sassolini nell’urna del giudizio e miscelo viene assolto e si reca fino alla foce del fiume vicino a cui sono sepolte le spoglie di Crotone e fonda la città di Crotone. • Scilla, Niso e Minosse: Scilla, figlia di Niso era solita osservare la Guerra in corso tra Ateniesi e Cretesi, quindi tra Minosse e il padre, dall’alto di una torre, ella osservando Minosse se ne innamorò e quindi combattuta decise di voler scegliere la strada dell’amore. LIBRO SETTIMO • Medea e Giasone: All’arrivo di Giasone dove risiedeva Medea per la ricerca del Vello d’oro Medea alla sua vista se ne innamora perdutamente ma si ritrova divisa per il fatto che lui è il nemico, quindi dopo tante riflessioni lei lo salva da: • I tori di bronzo • L’armata nata dalla terra • Il drago che cela il vello d’oro alla fine dell’impresa come promesso egli la sposa però quando Giasone si rende conto della prossima morte del padre (esone) chiede a Medea di aggiungergli degli anni di vita e dopo pozioni e magia riesce a farlo rendendolo molto più giovane • Teseo: Egeo, padre di Teseo non conosceva il figlio e al suo arrivo, per ucciderlo fa preparare da Medea una pozione fatta con erbe che nacquero dai denti del Cerbero ma quando Teseo la stava per bere il padre Egeo riconobbe il figlio e lo salvò e così Medea scappò in una nube tramite una formula magica.